martes, 6 de julio de 2010

Angelo Panebianco

Angelo Panebianco

 

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Angelo Panebianco, Bologna (2007)

Angelo Panebianco (Bologna, 11 giugno 1948[1]) è un politologo e saggista italiano, d'impostazione teoretica liberale influenzata dall'elitismo e dal realismo politico.

Biografia [modifica]

Dopo aver conseguito la laurea in Scienze Politiche presso l'Università di Bologna nel 1971 ha ottenuto, l'anno seguente, un Degree in International Affairs presso la Johns Hopkins University.

Ha svolto attività di ricerca presso la Harvard University, la University of California, Berkeley, e la London School of Economics and Political Science.

Dal 1989 è docente alla facoltà di Scienze politiche dell'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna[2].

Negli anni novanta è stato tra i fondatori della facoltà di Scienze Politiche "Roberto Ruffilli" dell'Università di Bologna, sede di Forlì, e direttore dell'omonima biblioteca. Dal 1991 al 1995 è stato presidente dell'indirizzo politico-internazionale della medesima facoltà dove ha insegnato Scienza politica e Politica internazionale.

È membro del comitato direttivo della Scuola di dottorato in Scienza politica dell'Istituto Italiano di Scienze Umane e fa parte del comitato direttivo di varie riviste, tra cui la Rivista italiana di scienza politica cui collabora dal 1972.

È professore di Sistemi internazionali comparati alla facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Bologna. Insegna Teoria politica e Geopolitica alla facoltà di Filosofia dell'Università "San Raffaele" di Milano.

Opere principali [modifica]

Ha curato L'analisi della politica (il Mulino, 1989) ed è coautore del Manuale di Scienza politica (il Mulino, 1986), oltre che autore di Le crisi della modernizzazione. L'esperienza del Brasile e dell'Argentina (Guida, 1973). Nel 1982 ha scritto Modelli di partito (Il Mulino), poi tradotto in cinque lingue. L'anno precedente ha aperto il primo convegno della Societa' Italiana di Scienza Politica (Firenze, 17-19 dicembre 1981) con una relazione su "Organizzazione e potere nei partiti politici italiani", poi sottotitolo del volume.

Ha scritto la voce Guerra per il volume IV della Enciclopedia delle scienze sociali (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1994) e Scienza della politica per il volume VI della Enciclopedia delle scienze sociali (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1996).

Ha inoltre scritto la voce Democrazia per il volume X della Enciclopedia del Novecento (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1998), la voce Scienza della politica per la Enciclopedia delle scienze sociali (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2000), la voce Politica per il Supplemento III della Enciclopedia del Novecento (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2004).

Agli studi internazionali ha dedicato numerosi saggi, tra cui La dimensione internazionale dei processi politici, in G. Pasquino (a cura di), Manuale di Scienza politica (il Mulino, 1986) e Hans Morgenthau: teoria politica e filosofia pratica, in D. Campus e G. Pasquino (a cura di), Maestri della scienza politica (il Mulino, 2004), nonché i volumi Guerrieri democratici. Le democrazie e la politica di potenza (il Mulino, 1997) e Le relazioni internazionali (Jaca Book, 1992). Quest'ultimo saggio ha discusso, tra l'altro, per la prima volta in Italia, alcune questioni centrali del pensiero di Martin Wight.

Di Giuseppe Maranini ha prefatto la Storia del potere in Italia: 1848-1967 (Corbaccio, 1995).

Ha presentato al pubblico italiano, tra l'altro, La politica, la guerra, la storia di Raymond Aron (il Mulino, 1992), L'oppio degli intellettuali di Raymond Aron (Ideazione, 1998), Il ventesimo secolo di Raymond Aron (il Mulino, 2006), La società anarchica di Hedley Bull (Vita e Pensiero, 2005) e il Gioco delle potenze di Barry Buzan (Università Bocconi, 2006).

Ha introdotto i discorsi pronunciati da Gaetano Mosca alla Camera ed al Senato del Regno, tra il 1909 e il 1926, ora raccolti in Gaetano Mosca. Discorsi parlamentari (il Mulino, 2004). Sulla teoria delle élites ha tenuto il 15 maggio 2007 una lezione presso la Scuola Superiore di Studi Storici di San Marino diretta da Luciano Canfora. Con Luciano Canfora ha tenuto il 12 novembre 2006 la prolusione "Ragioni della politica, ragioni dell'economia" al corso su Linguaggio delle scienze e antichità classica, ideato dal Dipartimento di Filologia Classica e Medioevale dell'Università di Bologna.

In memoria di Nicola Matteucci ha scritto Liberalismo e scienza politica, un saggio incluso in Il liberalismo di Nicola Matteucci (il Mulino, 2007).

Nel 2004 ha pubblicato Il potere, lo stato, la libertà. La gracile costituzione della società libera (il Mulino, 2004). Il libro si occupa del rapporto fra potere politico e libertà individuale e si pone i seguenti interrogativi: Quali fattori rendono la "società libera", nelle sue rare incarnazioni storiche, così poco libera? Come mai il pensiero liberale ha prodotto descrizioni tanto insoddisfacenti della politica? Perché il liberalismo ha sempre incontrato grandi difficoltà nel pensare la politica in modo realistico? Fra questi interrogativi esiste, secondo l'autore, uno stretto legame. Se, infatti, gli ostacoli a una più compiuta realizzazione della società libera sono di natura politica, l'incapacità del liberalismo di pensare la politica è parte integrante del problema.

L'automa e lo spirito. Azioni individuali, istituzioni, imprese collettive (il Mulino, 2009), si occupa di tre nodi teorici problematici, cercando di mostrarne le connessioni. Il primo è rappresentato dal più classico dei problemi delle scienze sociali: il rapporto fra determinismo e libertà, fra i condizionamenti, sociali o istituzionali, che incombono sugli individui e la loro possibilità di fare scelte autonome. Il secondo nodo è rappresentato dalle plurime modalità di aggregazione di azioni individuali in macrofenomeni. Il terzo dell'insufficiente attenzione alla varietà e alla diversità dei percorsi micro-macro, responsabili del mancato superamento della tendenza all'antropomorfizzazione dei gruppi organizzati.

L'università italiana [modifica]

Suo malgrado coinvolto nell'estenuante processo di riforma dell'università italiana, il 6 marzo 2001 ha pubblicato, insieme a Luciano Canfora, un appello dal titolo "Riformiamo la riforma"[3]. L'appello critica la "gabbia d' acciaio, una cappa rigidissima che mortifica almeno quanto il precedente assetto l' autonomia universitaria, non tiene conto delle obiettive diversità (disciplinari, metodologiche, ecc.) fra i diversi corsi di studio universitari e, tutto appiattendo, rischia di accelerare, non di frenare, il processo in atto di deterioramento del sistema universitario". Suggerisce, al tempo stesso, tre interventi volti a "sanare i guasti maggiori".

Il Mulino [modifica]

Dal 1985 al 1990 ha fatto parte del comitato di redazione della rivista di cultura e politica Il Mulino, pubblicata a Bologna. Dal 1991 al 1996 ha fatto parte del comitato di direzione.

Saggistica e divulgazione [modifica]

Nel 1977, ha pubblicato, insieme a Massimo Teodori e Piero Ignazi, il libro I nuovi Radicali (Mondadori 1977), ovvero L'interpretazione storica del Partito Radicale fondata sulla ricostruzione delle diverse fasi della vicenda radicale dal 1955 al 1977[4].

Alla divulgazione del problema della libertà in rapporto a quello del potere ha dedicato, tra l'altro, Il Prezzo della libertà (Il Mulino, 1995).

Alcuni dei suoi interventi in qualità di editorialista del Corriere della Sera sono raccolti in L'Italia che non c'è. Riflessioni e polemiche (Rizzoli, 1994).

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Un suo editoriale apparso sul 'Corriere della Sera' del (13 agosto 2006), durante l'occupazione anglo-americana dell'Iraq, ha suscitato scalpore e critiche da parte del mondo intellettuale e studentesco.[5]

In esso si sostiene, tra l'altro, "che si deve accettare per forza un compromesso, riconoscere che, quando è in gioco la sopravvivenza della comunità (a cominciare dalla vita dei suoi membri), deve essere ammessa l'esistenza di una «zona grigia», a cavallo tra legalità e illegalità, dove gli operatori della sicurezza possano agire per sventare le minacce più gravi". Questa posizione, che rimanda alla teoria dello stato d'eccezione, ha dato vita a numerose repliche. Successivamente, lo stesso tema è stato discusso sulla rivista londinese The Economist (22 settembre 2007 e seguenti).

Sul caso Englaro un suo editoriale apparso sul 'Corriere della Sera' del (9 febbraio 2009) ha dato voce ad una posizione marginalizzata nel dibattito politico italiano criticando decisamente "la militarizzazione delle coscienze" e rivendicando "i dubbi che le persone di buon senso, quali che siano le loro convinzioni morali, devono per forza nutrire di fronte a una vicenda come quella di Eluana" [6].

Note [modifica]

  1. ^ Curriculum vitae sul sito dell'Università di Bologna. URL consultato il 11-05-2009.
  2. ^ Dizionario Biografico degli Italiani
  3. ^ http://archiviostorico.corriere.it/2001/marzo/06/Riformiamo_riforma_co_0_0103065672.shtml
  4. ^ I nuovi Radicali - L'interpretazione storica del Partito Radicale fondata sulla ricostruzione delle diverse fasi della vicenda radicale dal 1955 al 1977
  5. ^ Angelo Panebianco. «Il compromesso necessario». Corriere della Sera, 13-8-2006. URL consultato in data 12-05-2009.
  6. ^ Angelo Panebianco. «Quel silenzioso terzo partito». Corriere della Sera, 9-2-2009. URL consultato in data 23-05-2009.

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